Consigli del cuore

Il colesterolo
ott 9 2023

Il colesterolo

Quando dal proprio medico si verifica lo stato di rischio per la nostra salute (in particolare cardiovascolare) il controllo del colesterolo rappresenta la misura di un fattore particolarmente importante.

L’analisi del sangue comprendente il cosidetto “ profilo lipidico “ è una indicazione che ognuno di noi ha certamente effettuato piu’ volte nella vita, a scadenze piu’ o meno regolari

Nell’immaginario collettivo, per estrema semplificazione, ormai tutti sappiamo che esiste un “colesterolo buono” e un “colesterolo cattivo”, ma in realtà dovremmo tener conto di ulteriori riflessioni che proviamo a sintetizzare di seguito

Il colesterolo prima di tutto è una sostanza molto importante per il corretto funzionamento dell’organismo. Si tratta di un grasso, un composto organico appartenente alla famiglia dei lipidi e per questo, non è solubile nel sangue circolante, proprio come l’olio nell’acqua.

Per poter circolare nell’organismo infatti, il colesterolo deve essere inserito all’interno di speciali strutture proteiche, che vengono trasportate dal sangue.

La combinazione di grassi (lipidi) e di proteine si chiama lipoproteina. A seconda della grandezza e del contenuto di colesterolo, si distinguono diverse tipologie di lipoproteina:

LDL (colesterolo “ cattivo “)

HDL (colesterolo “ buono “)

VLDL

trigliceridi e Lipoprotein(a).

Una volta arrivato a destinazione, il colesterolo viene depositato e utilizzato per diverse funzioni: per la costruzione e il mantenimento delle pareti cellulari e per la produzione di diversi ormoni e vitamine.

Tuttavia, la quantità di colesterolo necessaria per svolgere tutte queste attività è molto bassa (circa 30 mg/dL), molto al di sotto dei livelli che normalmente si trovano all’interno del sangue, che sono in media, 4-5 volte superiori.

Il colesterolo, quindi, diventa pericoloso quando circola nel sangue in quantità maggiore rispetto a quanto richiesto dall’organismo per espletare le sue funzioni.

In dettaglio:
  • Le LDL (lipoproteine a bassa densità) trasportano il colesterolo dal fegato (la “fabbrica” del colesterolo) al resto del corpo. Il colesterolo LDL (o LDL-C) diventa dannoso quando i suoi livelli nel sangue sono elevati e possono nel tempo portare alla formazione di depositi (placche aterosclerotiche) sulle pareti dei vasi sanguigni. La formazione di placche provoca progressivamente il restringimento dei vasi, limitando la quantità di sangue che può fluirvi attraverso. Per questa ragione, le lipoproteine LDL sono comunemente chiamate anche "colesterolo cattivo".
  • Le lipotroteine HDL (lipoproteine ad alta densità) hanno invece il compito di allontanare il colesterolo dalle cellule e dai tessuti, facendolo tornare nel fegato, dove viene convertito in altre sostanze e rimosso dal corpo. Per questo le HDL sono quindi comunemente chiamate anche "colesterolo buono".
  • Le VLDL (very low-density lipoprotein) sono le lipoproteine più grandi. Trasportano i trigliceridi e il colesterolo dal fegato ai tessuti del corpo.
  • I trigliceridi (chiamati anche "grassi neutri") sono grassi che assorbiamo principalmente con il cibo e costituiscono una fonte di energia importante. Se è disponibile più energia di quella di cui il corpo ha bisogno, i trigliceridi vengono immagazzinati nel tessuto adiposo. Così come nel caso di eccesso di colesterolo LDL, anche un’alta quantità non richiesta di trigliceridi nel sangue rappresenta un fattore di rischio per l'aterosclerosi e le malattie cardiovascolari.
  • La Lipoprotein(a) o Lp(a) è molto simile alle LDL ma si differenzia per un contenuto proteico supplementare. Come il colesterolo LDL-C, se presente in quantità elevate anche la Lp(a) può depositarsi nelle pareti dei vasi sanguigni. I valori di Lp(a) sono predeterminati geneticamente e rappresentano un altro fattore di rischio per le malattie cardiovascolari.

Perché il colesterolo puo’ elevarsi a valori importanti e quindi costituire un rischio per la nostra salute ?

Partiamo dalla considerazione epidemiologica che, in un campione di pazienti tra i 35 e 74 anni, rispettivamente il 21% degli uomini e il 23% delle donne hanno valori patologici di colesterolo e che, per la stessa fascia di età considerata , un altro 37% di uomini e 34% di donne hanno riscontro di valori border line, quindi parliamo di una elevatissima percentuale di persone.

Il motivo di questa alterazione dei valori risiede per la maggior parte delle persone in abitudini nutrizionali non corrette, con consumo di cibi ad alto contenuto di grassi saturi ; solo in una piccola percentuale (circa il 10%) di soggetti con colesterolo elevato si puo’ identificare invece una causa genetica (iperlipidemia famigliare).

A valori elevati di colesterolo corrisponde un aumentato rischio di formazione di depositi aterosclerotici nelle arterie, con possibilità di ostruzione delle stesse e conseguente ridotto flusso di sangue; se questa condizione si manifesta sulle arterie del cuore (coronarie) si parla di coronaropatia e aumentato rischio di infarto, sulle arterie carotidi aumentato rischio per ictus oppure nelle arterie delle gambe aumentato rischio di arteriopatia obliterante periferica.

Complessivamente i meccanismi che depositano il colesterolo sotto l’endotelio (membrana interna delle nostre arterie) determinano la malattia definita arteriosclerosi.



Questa situazione che possiamo definire sistemica (cioè puo’ coinvolgere qualunque arteria del nostro sistema circolatorio, con particolare rischio a carico delle arterie di maggior calibro) ha una genesi abbastanza precoce (le prime placche iniziano a formarsi già in età molto giovane e tendono a peggiorare nell’arco degli anni fino a raggiungere gradi di ostruzione del flusso del sangue tale da compromettere una adeguata perfusione dell’organo in questione; si parla dunque inizialmente di situazione ischemica quando c’è evidenza di ridotta irrorazione del tessuto, di necrosi quando il danno conseguente ad una ostruzione totale è ormai conclamato, con perdita della funzione)

Ecco dunque il motivo per cui i valori di colesterolo vanno preventivamente tenuti d’anticipo sotto controllo, cosi come ovviamente tutti gli altri fattori di rischio per la nostra salute.

Quali target?

Le Società internazionali che sorvegliano i dati sensibili e definiscono le Linee Guida, adeguano periodicamente i riferimenti dei valori che corrispondono alla oggettiva riduzione del rischio con continui studi e analisi sulla popolazione; ne consegue che per dettagliati campioni di pazienti esistono differenti raccomandazioni, per semplificare possiamo definire

Pazienti in prevenzione primariaColesterolo LDL < 2,6 mmol/l

Pazienti in prevenzione secondaria (o con rischio prognostico elevato per infarto)Colesterolo LDL < 1,4 mmol/l

Attenzione: i valori di LDL è buona regola che vengano misurati direttamente e non, come spesso succede, con un calcolo indiretto.
La formula di Friedewald LDL = Col totale - (Trigliceridi / 5) – HDL

puo’ essere inficiata da un alto valore dei trigliceridi (frazione di grassi nel sangue che cambia molto e in fretta a seconda di quello che mangiamo, dunque è una variabile molto elevata).

A questi target primari bisogna pero’ aggiungere ulteriori considerazioni: diminuire la sostanza responsabile dei depositi arteriosi è imperativo, altrettanto importante è pero’ mantenere buoni livelli di colesterolo HDL e trigliceridi, perché da loro dipende il cosiddetto indice aterogenico (meccanismo di trasporto e deposito del colesterolo LDL) In sintesi, è buona regola avere valori di colesterolo HDL > 1 mmol/l e valori di trigliceridi < 1,9 mmol/l.

Come dunque mantenere questo rischio sotto controllo ?

  1. controllo alimentare
    La causa principale dell’aumento del colesterolo LDL rimane la nostra alimentazione, che deve dunque essere attentamente strutturata per ridurre al minimo l’introduzione di grassi saturi e tenere conto di molteplici fattori che equilibrano il nostro profilo lipidico. A tale proposito vi invitiamo ad andare a consultare i nostri precedenti articoli pubblicati su questo argomento nella rubrica “ news”
  2. effettuare regolarmente attività fisica aerobica La pratica regolare e corretta di attività aerobica ( camminare, correre, pedalare, nuotare, nordic walking, sci di fondo…) stimola in certa misura la riduzione del colesterolo LDL ma soprattutto aumentano la produzione del colesterolo HDL. Anche in questo caso vi invitiamo a consultare i precedenti articoli che definiscono i criteri ottimali per svolgere correttamente l’ attività fisica
  3. Assumere quando indicato la terapia farmacologica prescritta A questo proposito citiamo i farmaci piu’ in uso che sono le statine (Atorvastatina, Rosuvastatina, Pravastatina, Simvastatina…) che vanno assunti regolarmente tutti i giorni, preferibilmente alla sera e che traducono in effetto correttivo del valori del colesterolo nel lunghissimo periodo (anni) dunque sono una terapia di lunga prescrizione.
    I possibili effetti collaterali (mialgie, miopatie) sono riscontrati nel 15% circa dei pazienti che assumono questi farmaci, in genere superabili a volte semplicemente cambiando tipo di molecola Piu’ recentemente, alle statine (che vengono ridotte di dosaggio in questo caso riducendo gli effetti collaterali) viene abbinata un’altra molecola che si chiama ezetimibe: questo farmaco riduce l’assorbimento del colesterolo già a livello intestinale e dunque la sua quota che arriverà nel fegato, dove una piccola dose di statina produrrà un adeguato effetto di ulteriore riduzione.
    In alcuni casi selezionati di pazienti che o non tollerano questi farmaci o nonostante gli stessi non riescono a rientrare nei target auspicati di colesterolo LDL, esiste attualmente una strategia molto efficace (ma ancora molto costosa) che viene somministrata per iniezione, con due somministrazioni al mese o addirittura con due sole somministrazioni all’anno.
    Sono anticorpi monoclonali ( inibitori dei PCSK9) come Evolocumab o Alirocumab. Il riso rosso fermentato ( monacolina K) per un certo periodo è stato considerato come un integratore utile per abbassare il colesterolo: in realtà si è poi definito che è una molecola vegetale pari ad una statina per il suo meccanismo di azione, con una efficacia limitata sulla riduzione del colesterolo e purtroppo con lo stesso rischio di effetti collaterali; per questi motivi non rimane sicuramente la prima scelta per il trattamento delle iperlipidemie.
    Una indicazione invece ormai consolidata in prevenzione (primaria e secondaria) è l’assunzione di acidi grassi Omega3, importanti non per ridurre il colesterolo LDL ma piuttosto per modulare i trigliceridi e aumentare il colesterolo HDL.

    Ancora una volta si palesano evidenze già approfondite e rinforzate in piu’ occasioni:

    la terapia farmacologica per la riduzione del colesterolo ha una importanza ormai dimostrata da decenni di studi e ricerche scientifiche, ma con altrettanta evidenza bisogna ribadire che il risultato ottimale è ottenibile solo con un contributo comportamentale che passa attraverso uno stile di vita sano, equilibrato, che prevede una corretta struttura nutrizionale, dal mantenimento di una corretta composizione corporea e del peso, dalla regolare effettuazione di attività fisica, dal recupero e dal riposo come elementi di rigenerazione.

    Ancora una volta …siamo noi largamente responsabili della nostra salute
Categoria Prevenzione
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